Anche se a partire dal 196 a.C. iniziò per Brescia l'età romana, la
città non fu mai occupata dai romani ma
ne rimase solamente alleata.
Grazie a questa alleanza e alla Lex Pompeia, nell'89 a.C., Brescia venne
riconosciuta da Roma col rango di civitas, e i Romani, uniti a Veneti,
Galli e Liguri, sconfissero gli alleati italici e nel 41 a.C. divenne parte del
territorio romano e ai suoi abitanti venne data la cittadinanza romana.
I Cenomani, che fino a quel momento godevano di grande autonomia, potevano
auto amministrarsi, battere moneta propria e mantenere una propria
"cultura", acquisendo la cittadinanza romana persero la dicitura
"Cenomani" in favore di quella di "Brixiani".
La Brixia romana inserita amministrativamente nella Regio X Venetia
et Histria, era un importante centro religioso, con tre templi di cui uno è
parzialmente visibile ai giorni nostri e gli altri due, di dimensioni molto
maggiori, sorgevano ove sorge attualmente il castello.
Vennero costruiti l'acquedotto, il teatro, peraltro utilizzato anche in
epoca medievale, le terme dove ora sorge la Rotonda (ovvero il Duomo
Vecchio) e nelle vicinanze di quella che oggi è piazza Tebaldo Brusato, e sotto
il regno di Vespasiano il tempio capitolino con il Foro ad esso adiacente. Un
altro aspetto da considerare è la condizione economica Bresciana durante
l'epoca imperiale. Se da un lato vi fu un forte sviluppo economico, dall'altro
la povertà di certe popolazioni rurali spinse un gran numero di bresciani ad
arruolarsi nelle legioni; in particolare molti bresciani vennero arruolati
nella Legio VI Ferrata.
* fonte wikipedia
* fonte wikipedia