Età Comunale

Durante il X secolo ci fu una progressiva riduzione del potere comitale, la cui carica sul finire del secolo fu assegnata al Vescovo cittadino dagli imperatori germanici. Nello stesso periodo ci fu la concomitante ascesa del libero comune che estese la propria influenza su tutto il comitato, corrispondente all'incirca l'attuale territorio provinciale, grazie ad un'accorta politica di colonizzazione delle terre incolte e di militarizzazione delle rive dei fiumi Oglio e Chiese e del Lago di Garda.
Come tutti i comuni lombardi sorse quindi in dialettica col potere episcopale e con una iniziale connotazione di fondo aristocratica, gravitante intorno alla vassallità capitaneale dei monasteri (Santa Giulia e San Benedetto di Leno su tutti) e dell'episcopato bresciano. La maturazione interna del comune e l'espansione attuata sul comitato ebbe luogo in scontro con le comunità rurali, ancora sottomesse ai signori del territorio, in particolare i Conti Palatini di Lomello ed gli Ugoni-Longhi, stanziati a sud-est, e i conti Gisalbertini, ad ovest.
Inoltre la crescita del comune fu caratterizzata dalla lotta anche violenta con i grandi comuni confinanti, in particolare Bergamo e Cremona, che sconfisse a Pontoglio due volte consecutive, nelle battaglie delle Grumore (metà XII secolo) e della Malamorte (1191) di cui narra ampiamente il cronista Malvezzi. Partecipò inoltre alla lotta comunale della lega lombarda (seconda metà del XII) a fianco di Milano e Piacenza, storiche alleate del periodo comunale, e le truppe del comune si distinsero nella battaglia di Legnano come secondo contingente più numeroso e agguerrito dopo quello milanese.
La pace di Costanza (1183) segnò la definitiva affermazione del comune sul territorio, ormai controllato in buona parte, ma anche, precocemente rispetto ad altre città lombarde, l'esplodere dei conflitti civili che dai primi del XIII secolo insanguinarono la città. I nobili scacciati dalla città dalla fazione popolare si rifugiarono a Cremona raccogliendo appoggi tali da sconfiggere il comune popolare in battaglia. L'alternanza delle partes in città fu deleteria per la coesione del sistema politico, ormai in netta crisi, che sopravvisse, sotto la forma politica podestarile, sino alla fine del XIII secolo.
Nel 1259 termina la dominazione di Ezzelino da Romano e si costituisce come comune autonomo sotto la protezione di Oberto Pelavicino fino al 1265. In seguito passa sotto il controllo dei Della Torre di Milano.
Nel 1269 fa una dedizione a Carlo d'Angiò, e ritorna libera ed autonoma nel 1281.
Nel 1277 il vescovo di Brescia Berardo Maggi, con una politica marcatamente accentratrice, si fa rinnovare il titolo Duca della Vallecamonica e Principe di Brescia
Nel 1279 assieme a Padova, Cremona, Verona, Parma e Modena combatte contro Verona e Mantova per il possesso di alcuni castelli e la difesa gli interessi Guelfi.
Nel 1287 un patto con la Repubblica di Venezia per il passaggio del sale provoca lo scoppio della grande ribellione camuna e la conquista militare della valle nel 1288. Seguirà la pacificazione di Matteo Visconti che nel 1291 risolse la controversia tra camuni e bresciani.
Nel 1295 Federico Odorici riporta nelle sue Storie Bresciane che vi erano due partiti politici:
  • Guelfi: con le famiglie Maggi, Brusati, Gambara, Lavellongo, Poncarale, Sala, Palazzo, Martinengo. All'interno si distinguevano le fazioni dei Griffi, Bardelli e Feriola.
  • Ghibellini: con le famiglie Boccacci, Occanoni, Prandoni, Alberticoli, Peschiera, Federici, Isei.
Nel 1313 fece atto di dedizione alla nascente signoria viscontea.
Nel 1317 le forze di Matteo Visconti e Cangrande della Scala assediano la città responsabile di aver scacciato la famiglia Maggi, sostenitrice del partito ghibellino.
Nel 1329 Cangrande della Scala conquista buona parte del territorio bresciano. Il 31 dicembre 1330 Luigi IV del Sacro Romano Impero è in Brescia, che con l'appoggio di Mastino della Scala fa rientrare i ghibellini, con i quali inizia la costruzione del Castello di Brescia sul monte Cidneo. Inoltre appoggia l'autonomia della Val Camonica.
L'8 ottobre 1337 Brescia, sotto il controllo scaligero, si dona ai Visconti milanesi, dopo la sconfitta delle truppe veronesi.
Tra il 1406 ed il 1421 Brescia passa sotto Pandolfo III Malatesta. Ex generale dei Visconti, essendo i suoi signori in debito con lui e non avendo moneta con cui pagarlo, gli affittano Brescia in modo che si ricompensi con le decime cittadine.
Il 17 marzo 1426 Brescia si rivolta a Filippo Maria Visconti e si dà alla Repubblica di Venezia. L'anno seguente le truppe della serenissima combattono contro quelle milanesi, fino ad arrivare al trattato di cessione alla Serenissima il 30 dicembre.

* fonte wikipedia