Il progetto più rilevante che caratterizzò la città in questo periodo fu la
riqualificazione del medievale quartiere delle Pescherie, il lembo meridionale
del Carmine che, oltrepassato il Palazzo della Loggia, arrivava fino a Piazza
del Mercato, delimitato a est dai portici di Via Dieci Giornate. Il progetto,
avviato nel 1927 con la riforma del piano regolatore comunale, mise in atto la
definitiva demolizione dell'area in questione, sulla quale fu costruita
l'attuale Piazza della Vittoria. Il progetto, da un lato, servì a dotare
Brescia di un'ulteriore piazza di carattere civico (quelle di carattere
religioso erano in notevole soprannumero) e di porre fine agli annosi problemi
del quartiere delle Pescherie, primi fra tutti la sanità e la sicurezza.
Dall'altro lato, la costruzione della piazza portò alla demolizione di diverse
opere medievali di notevole valore architettonico, come il caratteristico borgo,
i resti della curia ducis (fondamenta della quale sono oggi visibili grazie ai
lavori per la metropolitana) e la chiesetta di sant'Ambrogio.
L'operazione, inoltre, prevedeva la realizzazione di due viadotti
perpendicolari che avrebbero attraversato la città a croce, incontrandosi
appunto in Piazza della Vittoria, che ne avrebbe costituito il nodo. Il
progetto, per mancanza di fondi, non fu mai realizzato.
Altro progetto significativo del periodo fu la Galleria Tito Speri, che
venne abbozzato attorno al 1920, anche se già fin dalla fine dell'Ottocento i
piani di sviluppo della città miravano ad un'espansione verso nord. Dopo un
primo progetto a cura dell'ing. Giovanni Conti tra il 1921 e il 1925 e
l'approvazione da piano regolatore nel 1929, la vera decisione giunse nel 1932
e fu rafforzata ancor più dalla richiesta da parte delle autorità militari
della costruzione di rifugi antiaerei. Nel 1935 il progetto venne presentato,
ma il costo di 7 milioni di lire ne determinò un temporaneo accantonamento,
fino al 1937. Già allora aveva la struttura che oggi conosciamo: una galleria
centrale per una lunghezza di 600 metri a collegare via Musei alla Pusterla, e
due gallerie laterali, dirette verso via San Faustino. L'iter per ottenere il
permesso fu lungo e complesso: importante fu l'intervento a Roma dell'ing.
Francesco Fantoni, responsabile dell'ufficio tecnico comunale e progettista
dell'opera. I lavori iniziarono nel gennaio 1943: interrotti nel '45, vennero
ripresi tra il 1946 e il '48. Durante i bombardamenti della Seconda Guerra
mondiale la galleria servì da ricovero e rifugio antiaereo per la popolazione.
L'inaugurazione ufficiale avvenne il 28 aprile 1951.
* fonte wikipedia